ABBATTAZZU
Abbatazzu è il nome di una maschera della tradizione siciliana, in particolare della provincia di Catania. E' irridente a nobili ed ecclesiastici ma con l'autorizzazione della Chiesa. Con satira e derisione dei potenti, spopola durante l'antico e famoso Carnevale barocco di Acireale, nella provincia di Catania, gemellato con il Carnevale di Viareggio.
ARLECHIN
La figura di Arlecchino, una maschera antica del Carnevale originaria di Bergamo e resa famosa della Commedia dell'Arte, è quella di un tipo di servo ignorante e pauroso, anche se dotato di una rozza astuzia. In Trentino si modifica il nome e Arlechin assume le sembianze di un diavolo che impaurisce le ragazze. Insieme a Mazapegùl, è divenuto una maschera tipica del Carnevale di molte località delle vallate trentine.
BARTOCCIO
Bartoccio è il personaggio di spicco del Carnevale umbro. E' la figura di un contadino rozzo e astuto, sposato con Rosa, e da lui prendono il nome le tipiche recite carnevalesche, le "Bartocciate", che hanno come tema le intricate e divertenti vicende della sua vita e sua moglie Rosa.
BASA-DONE
Basa-Done è una figura scherzosa tipica del Trentino Alto Adige, un folletto che era lo spauracchio per le fanciulle di un tempo, che indugiavano fuori casa, nelle ore intorno al tramonto. Il folletto Basa-Done adesso si può incontrare nelle sfilare allegoriche di Predazzo, come maschera tipica del Carnevale trentino.
BAUTTA
La Bautta era usatissima nella Venezia del XVII secolo. E' una maschera costituita da una mantellina nera, o rocchetto con un cappuccio che lasciava libero solo il viso, sul quale si portava la maschera. Sul cappuccio si usava mettere il cappello a tricorno e la perfetta anonimità era assicurata.
BURLAMACCO
Burlamacco è il nome di una maschera della Versilia, tipica del famoso Carnevale di Viareggio. La sua figura è nata per merito del pennello di un pittore, Uberto Bonetti, che aveva ricevuto l'incarico, nel lontano 1930, di dipingere i manifesti ufficiali di promozione al Carnevale di Viareggio.
CAPITAN FRACASSA
Impersona la tipologia del Capitano ed è un condottiero altolocato, un soldato iberico tanto fanfarone quanto pusillanime. Il Capitan Fracassa era l'oggetto del satirico malcontento popolare nei confronti dell'arrogante casta della milizia spagnola che dominava l'Italia con prepotenza. Le sue caratteristiche hanno favorito una proliferazione di nomi buffi che gli sono stati attribuiti, come ad esempio Rodomonte, Matamoros, Terremoto, Coccodrillo, Spezzaferro, Sbranaleoni, Rinoceronte e Sangre y Fuego.
La figura del Capitan Fracassa ha avuto una larga fortuna nella Commedia dell'Arte, e in particolare con il romanzo "Le Capitain Fracasse", del 1863, di Théophile Gautier, dove il protagonista è impersonato dallo squattrinato barone di Sigognac, che si unisce a una troupe di recitanti girovaghi nella Francia del 1600, per amore di una bella attrice che ne faceva parte.
CARLISEPP
Carlisepp è il personaggio di primaria importanza delle valli del comasco, in Lombardia, e in particolare del Carnevale di Schignano, un piccolo centro con poco più di novecento abitanti, che sorge a 600 metri di altitudine. Vi si svolge un particolare e antico Carnevale che è divenuto famoso soprattutto per le caratteristiche e rarissime maschere, intagliate di radica di noce, tutt'ora presenti e prodotte in pochissimi esemplari, da abili scultori locali, che sono conservate e vengono tramandate di famiglia in famiglia. Carlisepp conclude i festeggiamenti del Carnevale di Schignano arso vivo nella piazza del paese.
CECCO
Cecco è la tipica maschera milanese. L'appellativo di Cecco deriva dal diminutivo di Francesco e rappresenta il contadino lombardo costretto a vivere in città in funzione di servitore. E' l'inseparabile compagno di Meneghino, altra maschera tipica milanese, in testa alle sfilate di carri allegorici del Carnevale più lungo d'Italia, che invece finisce il primo sabato di Quaresima, anziché il Martedì Grasso, come di consueto.
GIOPPINO
Gioppino rappresenta la tipologia del contadino bergamasco, gran bevitore di vino e amante della polenta. Sembra in apparenza ottuso, eppure è dotato di un nascosto buon senso e di una imprevedibile scaltrezza. Viene rappresentato con una maschera dal volto tondo e con tre enormi gozzi, che sono retaggio delle infelici abitudini alimentari delle valli bergamasche e non solo. La sua immagine compare nelle illustrazioni popolari pre-ottocentesche. Gioppino è una maschera tipica del Carnevale di Bergamo, in Lombardia, ma la sua origine era quella di un burattino, la cui creazione viene tradizionalmente attribuita a un tale Battaglia o Battai, e che lo ha reso popolare attorno al 1820.
MARZAPEGÙL
Marzapegùl è una figura tipica leggendaria che rappresenta un diavolo, ed è divenuto una maschera caratteristica del Carnevale di alcune località del Trentino, come ad esempio a Predazzo, un noto centro di villeggiatura nella val di Fiemme, che sorge a più di 1.300 metri di altitudine.
MENEGHINO
Meneghino è la tipica maschera milanese, divenuto il simbolo della città e dei suoi abitanti. Incarna il "tipo milanese", per sua natura schietto e onesto, lavoratore sensibile e generoso, "con el coeur in man", ovvero con il cuore in mano, appellativo che è rimasto tutt'ora a indicare il tipico cittadino di Milano. Le origini di Meneghino non sono documentate, ma si ipotizza che rappresenti il saggio contadino lombardo, che è andato ad abitare in città e riveste il ruolo di servitore. L'appellativo di Meneghino, in dialetto Meneghin, deriva forse dal diminutivo di Domenico. Il suo costume è caratterizzato da una lunga casacca verde orlata di rosso, il panciotto decorato a fiorami, calze a righe orizzontali bianche e rosse, parrucca con codino e tricorno marrone. Meneghin è una maschera antica, che era già presente nelle manifestazioni folcloristiche e sceniche, ma spetta all'opera di Carlo Maria Maggi, drammaturgo commediografo dialettale milanese, il vanto di avergli garantito la fortuna sulle scene popolari e nel teatro di burattini, e di averlo reso un personaggio caratteristico con le sue opere, varie commedie burlesche come ad esempio "I consigli di Meneghino". Nella società milanese in trasformazione, dove l'aristocrazia tronfia e vuota è ormai in decadenza, il popolano Meneghino emerge come un autentico eroe, non tanto per la sua capacità di ingannare e di beffare, come voleva la tradizione comica precedente, ma per la sua equilibrata misura di moralità e di giudizio, con la lingua della sincerità e della schiettezza.
ONDINA
Ondina è la figura femminile di una maschera toscana, tipica del Carnevale di Viareggio. E' nata per tener compagnia a Burlamacco, ed è stata ideata e creata dal pittore Uberto Bonetti, nel 1931, che l'anno prima aveva creato anche Burlamacco, e ritratto sullo sfondo dei moli protesi verso il mare della Versilia.
ORCO ZANNI
L'Orco Zanni rappresenta una figura un po' diabolica, divenuta in seguito una maschera tipica del Carnevale di molte località trentine, con la caratteristica che tenta le ragazze, mentre solitamente per "Zanni" si intende un servo ridicolo della Commedia dell'Arte.
NANNU
Nannu è il nome del personaggio tipico siciliano del Carnevale di Cinisi, una località del Palermitano, dove, alla conclusione dei festeggiamenti carnevaleschi il povero Nannu viene arso vivo nella pubblica piazza, con una folta folla che assiste al rogo.
RE GIOCONDO
La figura del re è spesso usata, con vari nomi, nelle manifestazioni di Carnevale. Il re toscano di Foiano della Chiana, un bel borgo medioevale della Valdichiana, nell'Aretino, è il Re Giocondo. Il Carnevale Foiano è considerato uno dei Carnevali più antichi d'Italia, che viene festeggiato da oltre 130 anni, animato dal suo personaggio fondamentale, il Re Giocondo, ma anche da altre figure e da versi satirici, come è caratteristico in Toscana.
ROSA
Rosa è una umile ma arguta contadina umbra, sposa fedele di Bartoccio, un personaggio tipico del contado umbro, con una vita intricata. Le vicende di Rosa e Bartoccio sono narrate nelle "Bartocciate", le recite che rallegrano le serate del periodo carnevalesco in Umbria.
PÈRU MAGUNELLA
Pèru Magunella è un personaggio tradizionale di una maschera piemontese, di Borgosesia, un comune con più di 13 mila abitanti della provincia Vercellese, dove è stato eletto suo paladino fin dalla metà del 1800. Infatti il "Pèrù" è lo strenue difensore della città di Borgosesia dai malvisti occupatori francesi e il Mercoledì delle Ceneri, chiamato il "Mercu Scur", coincide con il giorno dei funerali del povero Pèru. La mesta cerimonia funebre è officiata da burloni, vestiti però in modo inappuntabile, in frac, papillon bianco e mestolo di legno intorno al collo, che è lo strumento per brindare al compianto defunto Pèru, in tutte le osterie disseminate lungo il percorso del Carnevale.
PIN GIROMETTA
La tipica maschera bosina, ovvero di Varese, in Lombardia, è Pin Girometta, che è stata creato dalla fantasia del Professor Giuseppe Talamoni, a ricordo di una macchietta locale.
POVERO PIERO
Piero, anzi il "Povero Piero" è una maschera tipica del Carnevale lombardo di Trezzo sull'Adda, una bella cittadina con un borgo medievale nella provincia di Milano. Il "Povero Piero" prende parte attiva nelle sfilate carnevalesche prima di essere messo al rogo sul fiume Adda.
SCAPINO
E' una maschera della Commedia dell'Arte, chiamata in origine anche "Scappino", probabilmente con l'allusione alla peculiare abilità di questo servo nello sgusciare via dalle situazioni da lui ritenute più scabrose. Scapino sembra dotato sopratutto di una spiccata ribalderia truffaldina e una mobilissima furberia ladresca. Nel secolo XVII il costume di Scapino era formato da un semplice ricalco del camicione e pantaloni tipici degli Zanni, ovvero i servi, mentre nel 1700 il suo costume è arricchito da una bianca livrea listata di verde. La maschera di Scapino ebbe ampia notorietà soprattutto sulle scene francesi, per merito dell'attore Gabrieli che recitò a Parigi dal 1624. Scapino passò poi nel repertorio degli spettacoli di marionette, prima del suo declino. La sua notorietà è testimoniata dal ruolo di protagonista che Molière volle affidare alla maschera di Scapino nel 1671 con una delle sue opere più scintillanti, intitolata "Les fourberies de Scapin".
SCARAMUCCIA
E' la figura di una maschera che impersona il Capitano napoletano e che si è affermata nel XVII secolo. Scaramuccia rappresenta un militare vanaglorioso e la sua maschera divenne leggendaria per merito di T. Fiorilli, uno dei più grandi attori del teatro improvviso meridionale.
Scaramuccia è stato ribattezzato in francese "Scaramouche" e Angelo Costantini, un grande emigrato della famiglia dei comici italiani, pubblicò a Parigi, nel 1795, la fantasiosa "Vie de Scaramouche", che ha contribuito al perpetrarsi di un fascino serpeggiante che tutt'ora aleggia intorno alla maschera di Scaramuccia.
TASI
Tasi è la maschera protagonista del famoso e storico Carnevale di Cento, in Emilia Romagna. Tasi viene rappresentato mentre tiene al guinzaglio una candida volpe. La leggenda narra che Tasi, messo alle strette e costretto a scegliere tra la moglie e un buon bicchiere di vino, preferì andare all'osteria.